Domenica 13 Dicembre ’20, la Santa Messa sarà celebrata alle ore 8.30 nella chiesa di S. Pietro.
Brani della III Domenica di Avvento:
Asperges me | Kyriale pag. 6 |
Kyrie – Sanctus – Agnus Dei (Missa XVII – In Dominicis Adventus – Kyrie C) | Kyriale pag. 62 |
Credo IV | Kyriale pag. 74 |
Communio – En clara vox redarguit | Cantus Selecti pag. 29 |
Finale – Rorate cæli desuper | Cantus Selecti pag. 27 |
III domenica d’Avvento
(Fil 4,4-7; Gv 1,19-28)
Belluno, chiesa di san Pietro, 13 dicembre 2020
C’era all’erta e preoccupazione nei circoli religiosi di Gerusalemme. Da un po’ di tempo sulle rive del fiume Giordano un uomo, Giovanni Battista, andava predicando cose nuove, e molta gente andava da lui; si stava formando un nuovo gruppo religioso, e le guide spirituali di Gerusalemme ne erano preoccupate. Mandarono a chiedere a quel predicatore: “Tu chi sei? Sei il profeta che attendiamo? sei il Messia?”. Stava venendo avanti una situazione che i capi religiosi ebrei non riuscivano a contenere e a controllare, e che sentivano come una minaccia, qualcosa di fortemente scomodo che avrebbero voluto fermare. E invece ci si trovava alla vigilia dell’arrivo del Messia; Giovanni Battista andava dicendo che il Messia era già in mezzo al popolo. Avrebbero dovuto tutti gioire!
“Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi!”, abbiamo sentito nell’epistola. Quelle parole l’apostolo Paolo le scrisse alla comunità cristiana di Filippi; comunità che non era senza sofferenze: era perseguitata da pagani e da giudei (cfr Fil 1,27-30). Eppure Paolo ha il coraggio di dire a quei cristiani; “Rallegratevi!”; aggiungendo subito “nel Signore”. Ci sono situazioni e circostanze di cui non ci si può rallegrare: per i Filippesi era la persecuzione; per noi possono essere le preoccupazioni, le sofferenze della vita. Di altre situazioni ci si può rallegrare: la buona salute, una situazione economica tranquilla, un qualche successo, una bella amicizia. Ma Paolo precisa: “nel Signore”. Egli invita ad un salto di qualità nel gioire: passando dalle cose materiali alle cose spirituali, dalle cose naturali a quelle soprannaturali.
Gioire in Dio è possibile? come si fa? Anzitutto diciamo che la gioia trovata in Dio è la più certa e la più sicura, una gioia che non può venire meno, perché Dio non viene meno. Inoltre diciamo che la gioia trovata nel Signore è la più profonda ed esaustiva, quella che più risponde al cuore dell’uomo, perché il cuore dell’uomo è fondamentalmente e principalmente fatto per il Signore.
Trovare la gioia in Dio è possibile. E’ possibile perché Dio stesso ce la vuole dare; è suo desiderio donarcela, essere lui -la sua persona- la nostra gioia e la nostra felicità. Per quella felicità egli ci ha fatti; per farci felici di sé. E non solo in cielo, ma già qui sulla terra. Siamo chiamati ad essergli ‘intimi’. Sapessimo quanto siamo desiderati! quanto lui ci vuole! quanto profondamente ci desidera unire a sé! Non ci sarebbe gioia, forse, nell’unione profonda con Dio? con Dio che è tutto, che è infinito, che è bellezza piena e solo amore? Quale creatura al mondo potrebbe darci una gioia più grande di quella che può dare il Creatore? “Jesu dulcis memoria dans vera cordis gaudia, sed super mel et omnia eius dulcis praesentia”, canta la Chiesa: “O dolce ricordo di Gesù che dai la vera gioia al cuore; più dolce del miele e di ogni cosa è l’esperienza di te, la tua presenza!”. “Voi che vi siete fatti miei discepoli e avete scelto di seguirmi -disse Gesù a Pietro- avrete il centuplo quaggiù, e la vita eterna” (cfr Mt 19,29).
Ma come fare ad avere questa gioia? Mettendo Dio prima di tutto e al di sopra di tutto; lui prima di ogni cosa, prima di ogni bene, prima di ogni affetto, prima di ogni progetto, prima di ogni interesse. Dio al primo posto. Nella Bibbia Dio ha vari nomi: ‘Jahwèh’, ‘Signore’, ‘Onnipotente’, ‘Padre’…: uno dei suoi nomi è ‘geloso’ (cfr Es 20,5; Es 34,14; Dt 5,9; Na 1,2; Gc 4,5); Dio è un Dio geloso, che vuole tutto il cuore dell’uomo per sé: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutte le tue forze” (Dt 6,5). La gelosia di Dio non è egoismo, non è voglia di possedere e di dominare; è desiderio di avere la creatura tutta per sé per poterle donare se stesso, che è vita, salvezza, speranza sicura, presenza consolante e confortante, gioia autentica, vita eterna.
“Rallegratevi!”, esorta san Paolo in questa terza domenica d’Avvento, domenica ‘Gaudete’; rallegratevi “nel Signore”!
don Giovanni Unterberger